Libri che piacciono ai blogger #2: Gone Girl

Ciao a tutti, amici e amiche! Come state? Come procede questo ponte dell'Immacolata? Il mio procede studiando per l'esame di filosofia teoretica (aiuto), ma che mi dite di voi? Oggi sono qui per parlarvi di un libro che ho letto da poco (proprio poco: l'ho finito ieri!) e cioè Gone Girl - L'amore Bugiardo di Gillian Flynn.

Questo non è un libro: questo è IL libro. Non potrete capire cos'è la suspance finché non avrete letto questo romanzo. Sono 400 e più pagine di emozione.

L'intera storia ruota intorno ai coniugi Amy e Nick Dunne, due americani conosciutisi a New York, in una situazione economica florida e in una fase scoppiettante della loro vita, e costretti dalle circostanze a trasferirsi a Carthage, Missouri, la città natale di lui. Per Nick vuol dire tornare alla propria infanzia, alla propria famiglia, mentre per Amy significa il declino totale e il deperimento della propria linfa vitale. Non proprio le premesse per un matrimonio da favola, ma è durante il loro quinto anniversario di matrimonio che accade l'inaspettato: Amy scompare di casa dopo quella che sembra una dura colluttazione. Che fine ha fatto? Questa è la domanda che tutti si pongono, incluso il marito, immediatamente inserito nella lista dei sospettati.

Le premesse sono di per sé ottime: amo i misteri da risolvere, amo i personaggi complessi. Inoltre a favore della Flynn bisogna dire una cosa: io avevo già visto l'omonimo film con Ben Affleck e Rosamund Pike, film davvero ben fatto vista la somiglianza con il romanzo (non a caso la Flynn era la sceneggiatrice) e ciononostante la trama di questo libro è talmente ben fatta che spesso ho avuto dei dubbi sull'esito finale della storia. Mi sono convinta, ad un certo punto, che il film avesse un finale diverso, che fosse impossibile che le cose fossero andate davvero così. E invece...

Il personaggio di Amy è la vera star. Protagonista di una serie di libri per bambini nei panni della Mitica Amy, scritti dai genitori psicologi, Amy Elliott Dunne è l'incarnazione della furbizia. No, anzi, dell'intelligenza. Amy è entrata a far parte del mio podio di personaggi femminili preferiti, perché nonostante il carattere orrendo è una persona geniale. Non puoi coglierla in fallo, semplicemente non si può, perché sa già cosa farai, come ti muoverai. Amy è sempre due o tre mosse avanti a te. A tratti la cosa è inquietante, ma non si può non provare ammirazione per una donna che mette sempre da parte la sua vita personale al solo scopo di pilotare quella degli altri.

Un'altra cosa positiva sono certe battute dei personaggi. Come quella finale di Nick: "Mi dispiace per te, perché ogni mattina ti tocca alzarti ed essere te". Sono come delle pillole di genialità. Si capisce che la Flynn, pur essendo al suo primo romanzo, non era un'autrice alle prime armi quando scrisse Gone Girl. Aveva già lavorato in televisione e sapeva bene cosa piace alle orecchie delle persone. La Flynn sa come catturare il pubblico e tenerlo in bilico. Senza queste frasi ad effetto, non so se il risultato sarebbe stato lo stesso.

La tematica della violenza domestica viene affrontata in modo nuovo, con un occhio diverso. Con il giusto quantitativo di disprezzo, certo, ma con un tocco diverso dal solito. Amy, con il suo diario, ci mette di fronte in modo più chiaro che mai non tanto alla violenza fisica (o meglio, non solo a quella), quanto a quella psicologica. Amy ci fa capire come sia possibile che certe donne non si ribellino, che credano o vogliano credere sempre il meglio del loro compagno, nonostante tutte le ingiurie, le discussioni, la paura. Al di là di come stiano realmente le cose, noi sappiamo che gli uomini così esistono, ma siamo facili al giudizio: doveva lasciarlo, doveva andarsene. Amy ci dice che non è così semplice.

Per tutti questi motivi non posso che ringraziare Gillian Flynn per le emozioni che ho provato leggendo il suo romanzo. Lo consiglio a tutti, anche a chi come me ha visto il film e conosce la storia. Leggetelo, perché ogni parola merita il nostro tempo.